Cristianesimo e Cattolicesimo:
un confronto

 
 

 

Relazione di due conferenze pubbliche tenute per la Chiesa di Cristo di Udine.

- A cura di Valerio Marchi -




 

Introduzione

 
 

Le pagine che seguono sono, in origine, schemi su trasparenti proiettati in occasione di due pubbliche conferenze. Non si tratta dunque di una esposizione organica e completa dell'argomento (per ottenere la quale è necessario integrare e collegare le varie parti con spiegazioni orali), ma ho pensato che potesse essere utile ricavare da quei fogli un opuscoletto, ad uso sia di chi volesse a propria volta sviluppare il tema, sia di chi ritenesse comunque utile una serie di informazioni e confronti che sono in ogni caso - credo - utilmente ricavabili dagli scritti presentati.

Il tema di Maria e quello della Tradizione cattolica - peraltro intimamente connessi - sono senz'altro due punti nodali del contrastato rapporto fra Magistero cattolico e Nuovo Testamento. Un altro "nodo" (ma siamo sempre di fronte a singoli esempi fra le decine che si potrebbero proporre) è quello della "legge del celibato", di cui anche ho voluto sintetizzare lo sviluppo storico, sempre confrontandolo col dato biblico, e quindi col messaggio cristiano originario, garantito dall'autorità apostolica.

Dato che s'è voluto operare un raffronto fra il cristianesimo neotestamentario e il cattolicesimo romano, un'obiezione che il cattolico avrebbe potuto fare - ma che non ha trovato una risposta approfondita per ovvi limiti di tempo - verte sul problema del canone del Nuovo Testamento (cioè dell'elenco ufficiale dei libri che lo compongono). Si afferma infatti che sia stata la Chiesa cattolica a stabilirlo, e che, dunque, in qualche modo gli "appartenga": criticarne le dottrine in base al canone che essa stessa, con la propria Tradizione e autorità, ha dettato, sarebbe perciò un assurdo. Ma non è così!

I 27 libri che compongono il Nuovo Testamento (Vangeli, Atti degli Apostoli, Lettere apostoliche, Apocalisse di Giovanni), accettati da tutta la "Cristianità", sono stati dati da Dio, sono ricollegati all'autorità apostolica e rappresentano il modello, l'unità di misura, (tale è il senso del greco kanòn) a cui ci si deve attenere fermamente per essere veri cristiani. In ogni caso, anche ammesso (e, ovviamente, non concesso) che il canone neotestamentario sia opera cattolico-romana, apparirebbe ancor più grave e contraddittorio il fatto che proprio gli "autori" dello stesso lo tradiscano palesemente in tanti modi, alcuni dei quali sono esposti in questo opuscolo.

V. Marchi


MARIA EBBE ALTRI FIGLI?

Conferenza pubblica - Udine, 15 Maggio 1997

* La Chiesa cattolica afferma che...
Maria ha concepito Gesù da vergine, e tale è rimasta fino al parto. (Nuovo Catechismo [CCC] e Catechismo degli adulti [Cda] citano a sostegno i passi del Vangelo: Matteo 1,18-25; Luca 1,26-38).
* Il Nuovo Testamento afferma che...
Ciò, in effetti, è pienamente confermato dai passi evangelici richiamati.


* La Chiesa cattolica afferma che...
Maria è rimasta vergine anche durante e dopo il parto, per sempre. (CCC e Cda citano a sostegno: papi come Leone Magno [440-461] e Pio IV [1559-1565]; Concili e Sinodi come Costantinopoli II [553 d.C.], Lateranense [649] e Vaticano II [1962-65]. La dottrina - e fatto storico - di Maria sempre vergine sarebbe un «approfondimento della fede»).
* Il Nuovo Testamento afferma che...
Il Vangelo dice semplicemente che Maria non ebbe rapporti con Giuseppe «finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito, al quale pose nome Gesù» (Matteo 1,25). Come ammette l'autorità cattolica, dunque, solo speculazioni successive potevano giungere a conclusioni diverse od ulteriori.


* La Chiesa Cattolica afferma che...
Il Nuovo Testamento parla di "fratelli e sorelle" di Gesù, ma vanno considerati parenti e/o cugini (citazioni: Marco 3,31-35 e 6,3; 1Corinzi 9,5; Galati 1,19): Gesù è dunque l'unico figlio di Maria.
* Il Nuovo Testamento afferma che...
La stessa autorità cattolica afferma che nel Nuovo Testamento si parla di "fratelli e sorelle" del Signore. Che non siano fratelli e sorelle carnali va allora dimostrato! Proseguiamo perciò il confronto.



 
 
Cattolicesimo e Cristianesimo: un confronto
Chiesa Cattolica Nuovo Testamento
«L'Economia cristiana, in quanto è alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica ... Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli» (CCC, che cita il Concilio Vaticano II). «Perché non vi scriviamo altre cose, se non quelle che potete leggere o comprendere ... Nel leggere questo, voi potete capire quale sia la mia intelligenza del mistero di Cristo ... Anche se un angelo dal cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto» (Paolo: 2Corinzi 1,13; Efesini 3,4; Galati 1,8).
Chiesa Cattolica Nuovo Testamento
Le "esplicitazioni" successive al Nuovo Testamento sono formulate nel corso dei secoli dalla Tradizione, cioè dalla «trasmissione viva» (orale e man mano scritta), che è «distinta dalla Sacra Scrittura, sebbene ad essa strettamente legata». Così Dio continua a parlare ai credenti e li informa su tutta la verità. Tradizione e Sacra Scrittura «formano in certo qual modo una cosa sola» (CCC, sempre richiamando il Vaticano II). «La fede è stata trasmessa una volta per sempre ai santi» (lettera di Giuda v. 3). «Guardate che nessuno vi faccia sua preda con la filosofia e con vano inganno, secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo, e non secondo Cristo» (Paolo: Colossesi 2,8). «Invano mi rendono un culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini ... annullando così la Parola di Dio con la vostra tradizione, che voi avete tramandata» (Gesù: Marco 7,7-13).
Chiesa Cattolica Nuovo Testamento
Interpretare e gestire la Rivelazione scritturale e la Tradizione spetta solo al Magistero della Chiesa (ossia ai vescovi in comunione col pontefice): «Sacra Tradizione, Sacra Scrittura e Magistero della Chiesa ... sono tra loro talmente connessi e congiunti che non possono indipendentemente sussistere» (CCC; Vaticano II). Ma voi non fatevi chiamare maestro, perché uno solo è il vostro Maestro: il Cristo ... E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è vostro Padre, colui che è nei cieli. Né fatevi chiamare guida, perché una sola è la vostra Guida: il Cristo» (Gesù: Matteo 23,8-10).


Vangelo di Marco 3,31-32 e 6,3

In Marco 3,31-32 si dice per due volte che «i suoi [di Gesù] fratelli e sua madre» lo mandarono a chiamare, lo stavano cercando.

In Marco 6,3 la gente di Nazaret inquadra Gesù come «il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Iose, di Giuda e di Simone», menzionando anche un numero imprecisato di «sorelle».

Vediamo quale spiegazione dà di questi contesti la Chiesa cattolica, e valutiamo l'attendibilità delle sue affermazioni.

Chiesa Cattolica Nuovo Testamento
«Secondo un'espressione non inusitata nell'Antico Testamento», per "fratelli e sorelle" deve intendersi "parenti prossimi"» (CCC; cita Genesi 13,8; 14,16; 29,15), «cugini, parenti» (Cda).  I passi citati si riferiscono alla fratellanza spirituale fra Israeliti (es. Matteo 23,8; cfr. i vv. 14 e 16 di Atti 1; Atti 3,17; 13,26 ecc.; proprio come oggi ci si esprime riguardo alla fratellanza fra cristiani: es. Colossesi 1,2; 4,15), fratellanza tanto più forte in caso di parentele. Si noti poi che, se l'ebraico dell'Antico Testamento non ha un termine specifico per "cugino", non per questo non sa specificare le parentele (es. Genesi 14,12; Levitico 10,4; 25,49). Ma, soprattutto, il Nuovo Testamento è scritto in greco, e gli autori sacri usano un termine per "parente" (sunghenès; es. Luca 1,36.58,61; 2,44; Marco 6,4), uno per "cugino" (anepsiòs; es. Colossesi 4,10) e uno per "fratello" (adelfòs; es. Marco 1,16.19; 3,17, 13,12).
Secondo CCC, due "fratelli" di Gesù, Giacomo e Giuseppe (Iose), «sono i figli di una Maria discepola di Cristo [Maria di Cleofa], la quale è designata in modo significativo come "l'altra Maria" (Matteo 28,1)». (CCC e Cda citano in proposito anche Matteo 27,56 e Marco 15,40). Spesso, nella Scrittura, vi sono nomi comunissimi che appartengono a più persone; dunque, non è strano che l'altra Maria avesse figli con nomi uguali a quelli di due fratelli di Gesù. Giovanni 19,25 menziona una sorella della mamma di Gesù, ma nulla si dice mai di un legame parentale fra quest'ultima e "l'altra Maria" (Maria di Cleofa). Siamo perciò di fronte a semplici ed indimostrabili congetture. 

RIFLETTIAMO SU ALTRI PASSI

* Cfr. Matteo 1,25 con passi quali Genesi 8,7; Matteo 2,9.13.15; 13,33; Marco 6,10; Luca 1,80: dopo il "finché" cambia qualcosa, o no?
* In Marco 6,3 e 10,29 si provi a sostituire "fratelli" e "sorelle" con "parenti" o "cugini", e se ne verifichi il risultato: i passi perdono gran parte della loro potenza e freschezza! L'argomento dello "scandalo" (Matteo 12,46-50; 13,54-57) non perde gran parte della sua forza se "fratelli e sorelle" erano, ad es., semplici cugini?
* Cfr. Marco 6,4 (che, considerando la propria situazione e poi traendone un principio generale, parla di patria, parentela e famiglia stretta) con Giovanni 7,5: chi si opponeva a Gesù "in casa sua"? Se Gesù non aveva fratelli e sorelle, Giuseppe sembra scomparso dalla scena (di lui non si dice mai niente, forse era morto), e Maria - secondo l'insegnamento della Chiesa cattolica - «è rimasta pura da ogni peccato personale durante la sua esistenza» (CCC; Vaticano II)... chi erano i familiari stretti che peccavano opponendosi a Gesù? 
* Leggi Giovanni 2,12; Matteo 12,46; Atti 1,14: cugini e parenti vari di Gesù andavano sempre in giro con Maria? Si leggano a mente sgombra passi come 1Corinzi 9,5; Galati 1,19.


RIFLETTIAMO INFINE SU QUESTI ASPETTI


VANGELO O TRADIZIONI?

Conferenza pubblica - Udine, 22 Maggio 1997

S'è visto che, per Gesù, chi aggiunge tradizioni alla legge di Dio vanifica il proprio culto. Notiamo ciò che due noti autori (e sacerdoti) cattolici affermano in proposito:

Ma ecco ciò che, al tempo stesso, l'ultimo autore citato dice (rifacendosi al Concilio Vaticano II) riguardo alla Tradizione cattolica, riproponendo concetti che ci sono oramai noti: Tradizione cattolica

 Dal Signore--->agli Apostoli---->
ai successori degli Apostoli (gerarchia ecclesiastica), i quali:
 
 

«Infatti, se è vero che la tradizione - ossia la trasmissione del deposito della divina Parola ricevuta dagli Apostoli - progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo, se è vero cioè che la Chiesa tutta intera concorre alla crescita nella verità, non si deve dimenticare che solo alcuni nella Chiesa "con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma certo di verità"» [infallibilità: dogma del 1870]. (Cardinale G. Urbani, che cita il Vaticano II).

Tradizione (parádosis) condannata dal N. T.

Tradizione cristiana

Dal Signore---->agli Apostoli---->a tutti i cristiani

affinché custodiscano il "deposito" senza modifiche:

Tradizione approvata dal Nuovo Testamento
 
  TORNANDO A MARIA...
Ammesso e non concesso che Scrittura e Tradizione, gestite dal Magistero, siano sullo stesso piano, comunque, agli effetti pratici del credente, prevarrà sempre la Tradizione; infatti, essa estrapola dalla Bibbia cose che solo il Magistero può comprendere a fondo, o adatta e aggiunge legislazioni ecclesiastiche in forza della propria potestà decisionale/organizzativa e di guida morale.

D'altronde, il fine della Parola di Dio è quello di generare la fede, per giungere alla salvezza dell'anima (Romani 10,17; Giacomo 1,21; 1Pietro 1,9).

La domanda, allora, è:

se credo e pratico ciò che solo risulta evidente dal Nuovo Testamento, posso essere salvato?

Se, ad esempio, credo e ubbidisco all'insegnamento apostolico della Scrittura ma non prego Maria, non credo che sia mediatrice e corredentrice, non credo che sia stata assunta al cielo né che compia miracoli, né credo nella sua "immacolata concezione" e "perpetua verginità", ecc. ecc... sono un vero cristiano?

Se la risposta è "no"...

Se la risposta è "sì"...

Un altro caso concreto:
LA "LEGGE DEL CELIBATO"

Tracciamo una breve storia delle principali tappe che hanno condotto all'imposizione del celibato per sacerdoti e appartenenti alla "vita consacrata" (monaci, ecc.), seguendo quanto riferiscono il Dizionario storico del Cristianesimo e Il Cristianesimo dalla A alla Z, delle edizioni Paoline (C. Andresen - G. Denzler, 1992; P. Petrosillo, 1995).

Presso gli Ortodossi, la proibizione del matrimonio riguarda solo i vescovi, ma preti e diaconi possono sposarsi solo prima dell'ordinazione; ciò vale anche per la Chiesa Cattolica di rito orientale... «La consuetudine senza la verità è soltanto l'antichità dell'errore» (Cipriano)

Il Dizionario sopracitato ricorda, molto opportunamente, le cosiddette "lettere pastorali", ossia quelle dell'apostolo Paolo a Timoteo e Tito. Leggiamo alcuni passi da queste lettere del Nuovo Testamento (Parola scritta di Dio) e confrontiamole con quanto visto sopra (Tradizione cattolica):

Conclusioni
L'edificio cattolico L'edificio cristiano
Ha fondamenta in continua evoluzione (!). Ha, com'è normale, fondamenta perennemente uguali.
Prende per forza una forma sempre diversa moltiplicando dottrine, dogmi, leggi, istituzioni, funzioni. Cresce come tempio divino perché non esce dal Suo progetto, considerandolo completo (Efesi-ni 2,20-22; 1Pietro 2:5).
Si riconosce sempre meno in quello originario perché pretende di "perfezionarlo". Non riconosce progetti successivi, considerandoli tradizioni umane peccaminose.